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GAZZA e, con forma allungata e più comune, GAZZERA.
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GAZZA e, con forma allungata e più comune, GAZZERA.
Definiz: Sost. femm. Uccello silvano, somigliante al corvo, vorace, che fa molto strepito e imita la favella umana: Pica, Cecca. È la pica corvus dei Naturalisti.
Lat. barbaro aigatia; antico tedesco, agalstra; provenzale, agassa, gacha. –
Esempio: Nov. ant. B. 34: E delle ghiandaie, delle gazze e delle cornacchie e così di molti animali, ec.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 506: Portisi [lo sparviero] al luogo da uccellare, e non si lasci prima alle gazze, o vero a pernici, imperocchè troppo son forti;.... ma lascisi alle quaglie, tordi e merle, e simiglianti. Ma se vuo' ch'e' pigli le gazze, ec.
Esempio: Fr. Guid. Fior. Ital. D.: Perchè non volle fare il suo volere, lo convertì in gazza.
Esempio: Sacch. Rim. M. 9: E però qui non vo' che m'abbi a sdegno, Sapiendo ch'io ho fatti per foresta Con una voce assai gazzere, in gesta, Ed aspidi venir nel mio contegno.
Esempio: Pulc. L. Morg. 14, 49: Quivi era lo sparvier, quivi la gazza, Che par che si volessi innalberare.
Esempio: Car. Mattacc. 230: Tu, che in lingua di gazza, e di merlotta Gracchi la parlatura a i gazzoloni.
Esempio: Olin. Uccell. 35: Quello che di questa (della ghiandaia) si dice.... può nel più delle cose convenire alla gazzera, detta pica varia latinamente.... La gazzera fa il nido in alberi alti, ec.
Esempio: Buomm. Cical. 55: Se si veston [gli autori] delle penne de gli altri uccelli, fanno poi come quella gazzera, che pensava di farsi onore con quel che non era suo.
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Lament. 146: Quasi simile alla ghiandaia, ma che meglio imita il parlar dell'uomo, è la gazzera, o gazza, o putta, volgarmente da noi chiamata cecca.
Definiz: § I. Figuratam. e scherzevolmente dicesi di Donna chiacchierona e propalatrice de' fatti altrui.
Definiz: § II. Gazza marina, o Gazzera, marina, è nome volgare tanto della coracias garrula, Ghiandaia marina, quanto dell'alca torda, dei Naturalisti. –
Esempio: Ner. Art. vetr. 35: Allora si fa un colore celeste, o vero di gazzera marina, maraviglioso.
Definiz: § III. Avere la gazza pelata la coda, si disse in maniera proverbiale di persona astuta e pratica e da non si lasciare ingannare, massime nell'interesse. –
Esempio: Gell. Sport. 3, 1: Debbon sapere che io son diventato ricco, e dove prima mi fuggivono per paura ch'io non gli richiedessi di danari, mi verrebbono or dietro per tormi quei che i' ho; ma questa gazza arà pelata la coda.
Esempio: Cecch. Mogl. 2, 2: I' vo' che e' conosca che questa gazza ha pelata la coda.
Definiz: § IV. Pelar la gazza e non la fare stridere, è maniera proverbiale, che significa Far cosa che dispiaccia ad altri, che gli rechi danno, e simili, e specialmente nell'interesse, ed altresì Indurre alcuno a far cosa che non vorrebbe; ma con destrezza e con bella maniera, sicchè quegli non se ne lagni o non se ne risenta. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 78: L'arte mia [del sensale] è pessima; Chè ci siam troppi. G. Pela tu la gazzera (Come si dice) e non la fare stridere.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 2, 435: E' si dice.... che e' bisogna pelare La gazza in mo' che non si faccia stridere.
Esempio: E Cecch. Esalt. 2, 8: Perché, sai tu, bisogna Pelar la gazza, e non la fare stridere.
Definiz: § V. E semplicemente Fare stridere la gazzera, vale Costringere alcuna persona ricca ed avara a sborsare denari. –
Esempio: Adim. A. Ador. Mag. 44: Voglio conferirgli il tutto, e che ci aiuti a fare stridere un poco la gazzera.
Definiz: § VI. Nido fatto, gazza, o gazzera, morta; proverbio che vale: In questo mondo, quando uno s'è bene accomodato, ordinariamente si muore.